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Nella Napoli del secondo scorcio del XVIII secolo, riportata al rango di capitale di uno stato indipendente da Carlo di Borbone, opera un giudice della Gran Corte della Vicaria, Gennaro Corelli, uomo integerrimo, discreto e giudizioso, un funzionario che non si lascia mai andare a colpi di testa e porta sempre a compimento le proprie inchieste. Un uomo prezioso che il Segretario Di Stato di Grazia e Giustizia don Carlo De Marco segue a sua insaputa e di cui nutre profonda stima. Un giorno un suo vecchio amico, l'avvocato La Porta, gli chiede aiuto in una faccenda in quel di Sicignano, dove si è ritirato in una sua tenuta. Lì nel paese nei pressi di Salerno, si sta per consumare una tremenda ingiustizia ai danni di un povero giovane contadino, accusato ingiustamente di omicidio. Allora don Carlo, senza alcuna esitazione, convoca Gennaro Corelli e lo spedisce ad indagare su quanto accade nel palazzo del marchese Falletti, signore di Sicignano. Corelli con la sua sagacia ed abilità porterà a termine con successo l'incarico e farà anche emergere molti aspetti strani nella piccola corte del Falletti.